Israele e i nuovi media come zona di guerra

Dopo l’offensiva militare su Gaza, Israele si prepara a presidiare ad occupare anche gli snodi principali della rete. Ha cominciato con una conferenza stampa su Twitter e aprendo un canale su YouTube dove far propaganda attraverso video, che riportano alla mente le tristi immagini della guerra del Golfo.

D’altronde la dichiarazione di Avital Leibovich, responsabile della campagna di comunicazione digitale delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), riportata dal Jerusalem Post, non lascia spazio a dubbi “The blogosphere and new media are another war zone. We have to be relevant there

Intanto su Facebook crescono le manifestazioni di sostegno ad entrambi i fronti (es. Sympathise with Gaza con quasi 10.000 iscritti o I.D.F. – support our brothers con circa 30.000 membri).

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2 replies on “Israele e i nuovi media come zona di guerra”
  1. says: Simone

    Trovo l’espressione ” si prepara a occupare anche gli snodi principali della rete” inadatta e faziosa.Mi sorprende che Vincenzo usi questo linguaggio militaresco come un qualunque cronista digiuno di Internet.
    Come si “occupano” ( sembra quasi che ne assumano il controllo fra le tue righe…) e quali sarebbero gli “snodi principali”?
    E come mai non ti preoccupa l’imponente “occupazione” degli stessi spazi, certamente organizzata, sull’altro fronte?

  2. says: vincos

    Ciao Simone, hai ragione l’espressione non era delle più felici e dunque l’ho modificata.

    Il mio obiettivo era dare conto di un fatto nuovo ossia l’inedita strategia mediatica di uno stato a ridosso di un’azione militare. Non ho evidenza di una strategia simile sull’altro fronte, ma se hai dei casi segnalameli pure.

    L’attività di comunicazione non mi preoccupa, ma la guardo da osservatore e professionista delle relazioni pubbliche.

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